Avere l’aumento della pensione non è impossibile se si fa la richiesta ufficiale seguendo la procedura corretta.
Molti pensionati in Italia si trovano a dover vivere con pensioni che non sono sufficienti a garantire un tenore di vita dignitoso. Nonostante gli adeguamenti annuali all’inflazione, l’importo delle pensioni rimane spesso basso e il continuo aumento del costo della vita ne riduce ulteriormente il potere d’acquisto. Tuttavia, l’INPS offre alcune soluzioni che possono aiutare a incrementare il valore delle pensioni, anche a distanza di anni dalla loro liquidazione iniziale.
È fondamentale che i pensionati conoscano i propri diritti e le possibilità offerte dalle normative vigenti per ottenere un trattamento pensionistico più adeguato. Richiedere queste maggiorazioni può fare una differenza significativa nel migliorare la qualità della vita dei pensionati.
La domanda di ricostituzione della pensione
Le pensioni erogate dall’INPS possono includere componenti aggiuntive destinate a coloro che, a causa di una contribuzione non elevata, percepiscono pensioni basse. Queste componenti aggiuntive comprendono le maggiorazioni sociali, come la quattordicesima mensilità, destinata ai pensionati con prestazioni al di sotto del doppio del trattamento minimo. Questo beneficio, che molti pensionati ricevono a luglio, è solo una delle varie maggiorazioni che possono essere richieste.
Una delle opzioni meno conosciute ma molto utili per aumentare l’importo della pensione è la domanda di ricostituzione. Questa procedura permette di segnalare all’INPS nuovi elementi che possono influenzare il calcolo della pensione, anche se questa è stata liquidata anni prima. La ricostituzione è spesso utilizzata per correggere errori o omissioni nei dati contributivi o per applicare normative che non erano state considerate al momento della prima liquidazione.
Esistono diverse situazioni in cui può essere utile presentare una domanda di ricostituzione. Ad esempio, un pensionato può richiedere l’incremento dell’anzianità contributiva di due mesi per ogni anno di lavoro svolto successivamente al riconoscimento di una invalidità superiore al 74%, come previsto dalla legge n. 388 del 2000, articolo 80, comma 3. Questo aumento può non solo anticipare l’età pensionabile, ma anche incrementare l’importo della pensione stessa.
Altri casi in cui la ricostituzione può essere richiesta includono:
1. Lavoratori esposti all’amianto: La legge n. 271 del 1993 prevede un incremento dell’anzianità contributiva per chi ha lavorato in ambienti contaminati da amianto per più di dieci anni.
2. Non vedenti e ipovedenti: Secondo la legge n. 113 del 1985, articolo 9, comma 2, e l’articolo 2 della legge n. 120 del 1991, è possibile ottenere un incremento della contribuzione pari a 4 mesi per ogni anno di lavoro svolto dopo il riconoscimento di queste condizioni.
3. Vittime del terrorismo: È prevista una maggiorazione dell’anzianità contributiva di 10 anni.
4. Lavoratrici madri: Le lavoratrici che hanno avuto figli e con il primo accredito di contributi dal 1996 possono ottenere una maggiorazione di 4 mesi per figlio, fino a un massimo di 12 mesi.
5. Lavoratori di stabilimenti di fibre ceramiche refrattarie: La legge n. 247 del 2017 permette di richiedere maggiorazioni contributive per questi lavoratori.
Per presentare una domanda di ricostituzione, è essenziale fornire tutta la documentazione necessaria che supporti le richieste. Questa include certificati medici, dichiarazioni dei datori di lavoro, e altri documenti che provino le condizioni specifiche previste dalle normative. La domanda deve essere inoltrata all’INPS e verrà esaminata per verificare la presenza dei requisiti necessari per l’adeguamento della pensione.
