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Dal Comune di San Giovanni di Gerace RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

COMUNICATO STAMPA

CERIMONIA DI INTITOLAZIONE DI ALCUNE VIE DEL

TERRITORIO COMUNALE

Giovedì 6 settembre 2018 l’Amministrazione Comunale di San Giovanni di Gerace procederà con una breve cerimonia all’intitolazione di alcune vie del territorio comunale, onorando la memoria di importanti personalità della storia locale, che hanno illustrato il paese di San Giovanni di Gerace e la Calabria. L’appuntamento è alle ore 16:45 al Piazzale della Chiesa San Giovanni Battista. La cerimonia apre la festa patronale del nostro paese, e le personalità da onorare sono tutte in qualche modo ricollegate alla storia del nostro Santuario mariano ed al culto della Madonna delle Grazie nel nostro paese. Queste le vie da intitolare e i nomi degli “onorandi”:

1) la Circonvallazione est a Emilio Barillaro (1904-1980 – Avvocato, poeta, letterato, archeologo, etnologo);

2) il tratto stradale comprendente la Circonvallazione Ovest parte bassa e la sua prosecuzione su Via Mattatoio a Mons. Vincenzo Nadile (1922-2007 – Sacerdote, storico, Vicario generale della Diocesi di Locri-Gerace);

3) la I traversa di via Mattatoio a Mastro Raffaele Pata (1879-1975 – Decoratore della facciata, dei prospetti esterni e del campanile del Santuario di Maria SS. delle Grazie in San Giovanni di Gerace, nonché creatore della nicchia interna che sovrasta l’altare maggiore, nella quale è ospitata la statua della Madonna);

4) la II traversa di via Mattatoio a Mastro Francesco Gangemi (1841-1924 – Decoratore degli interni del Santuario di Maria SS. delle Grazie in San Giovanni di Gerace, e autore anche delle decorazioni anche della Chiesa dell’Addolorata di Gioiosa);

5) “Scalinata delle Grazie” per la scalinata pubblica che congiunge la via Matteotti al Largo delle Grazie.

 


APPROFONDIMENTI

Profilio biografico di Emilio Barillaro
(San Giovanni di Gerace, 01/01/1904 – 25/03/1980)
Poeta, letterato, archeologo, etnologo;

Emilio Barillaro nacque a San Giovanni di Gerace il 1° gennaio 1904. Compì gli studi liceali a Locri e a Reggio Calabria e si laureò in Giurisprudenza presso l’Università di Messina.
Fin da giovane studente rivelò un ingegno non comune, che lo avrebbe condotto a divenire un “umanista integrale”, profondo conoscitore di lettere e letterature classiche e appassionato studioso ed esaltatore dei grandi valori dell’uomo.  Fu letterato, scrittore, etnologo, archeologo, poeta, antropologo, ed in ogni campo della sua attività raggiunse risultati inconsueti.
A Reggio, durante il periodo studentesco, fondò e diresse, insieme ad Antonio Melari, il periodico “La Freccia” e collaborò al “Corriere di Messina e delle Calabrie”. A Messina, durante il periodo universitario, scrisse per il settimanale “Il Marchesino”. A Napoli, dove frequentò la facoltà di Scienze Politiche e Sociali, fu un assiduo frequentatore del Grande Archivio di Stato, della Biblioteca Nazionale e della Biblioteca Privata di Don Domenico Zangari, ed instaurò una sincera amicizia con Benedetto Croce. A Roma conobbe Corrado Al-varo, al quale ispirò il più bel capitolo del romanzo “Mastrangelina”, dove viene descritto il clan-destino trafugamento da Locri della cosiddetta “Persefone di Berlino”.
A San Giovanni di Gerace, suo paese natale (da lui definito “Il mio Bel San Giovanni”), esercitò con successo, per circa mezzo secolo, la professione forense, anche quale Cassazionista, e aprì il suo studio per accogliere, come in pellegrinaggio, studenti e studiosi, docenti e discenti. La sua casa sangiovannese divenne, dunque, una vera e propria fucina di cultura umanistica, dalla quale uscirono innumerevoli tesi di laurea nelle più svariate materie di studio, nonché le sue opere a stampa.

 


 

Profilo biografico di Vincenzo Nadile

(San Giovanni di Gerace, 24/08/1922 – 31/12/2007)  Sacerdote, storico, Vicario generale della Diocesi di Locri-Gerace;

Nacque a San Giovanni di Gerace il 24 agosto 1922. Nel 1934 entro nel Seminario di Gerace ed iniziò il percorso di preparazione al sacerdozio, che lo avrebbe condotto a venire ordinato presbitero della Chiesa Cattolica il 29 giugno 1946 nel Duomo di Reggio Calabria da mons. Antonio Lanza.
Sin da subito assunse la guida di comunità parrocchiali in vari paesi della Diocesi di Gerace (Motticella di Bruzzano, Grotteria, Martone). Nel 1960 ebbe il primo incarico amministrativo presso la Curia a Locri, avviando una importante carriera che lo avrebbe visto ricoprire molti ruoli all’interno della curia diocesana ed in organismi ecclesiastici interdiocesani (Direttore dell’Ufficio Amministrativo Diocesano, pro-cancelliere, cancelliere difensore del vincolo nel Tribunale Ecclesiastico Diocesano).  Dal 1975 alla morte fu vicario-economo della Parrocchia di S. Rocco in Gioiosa Ionica.  Fu docente di Storia ecclesiastica locale presso l’Istituto diocesano di teologia per laici. Dal 1993 ha ricoperto l’incarico di Vicario Generale dei vescovi Ciliberti e Bregantini e fu Amministratore Diocesano nelle fasi di sede vacante.  È morto nella sua casa di San Giovanni di Gerace il 31 dicembre 2007, all’età di 85 anni.  Uomo colto e dotato di un’intelligenza curiosa, fu mosso per tutta la vita da un’instancabile passione divulgativa, che lo portò a dare alle stampe numerosissimi saggi, articoli, resoconti, nei quali incentrò in particolare la sua attenzione sulla ricerca storica, sulla storia della Chiesa locale e sull’analisi della devozione popolare nella Locride.  Nel 1956 pubblicò a Catanzaro “Una fulgidissima stella su S. Giovanni di Gerace”, primo di una serie di saggi dedicati al Santuario sangiovannese, alla sua storia, alle sue vicende, alla devozione popolare che lo caratterizza.  Del 1970 sono le indagini storico–giuridiche del libro “Il Santuario di Maria SS.ma delle Grazie in San Giovanni di Gerace e l’Atto Capitolare del 13 dicembre 1649”. Del 1979 la raccolta di canti popolari contenuta nel testo “Maria SS.ma delle Grazie nella fede e nella tradizione a San Giovanni di Gerace e in Australia”.  Nel 1994 diede alle stampe “Il culto di San Rocco a Gioiosa Jonica”, analisi storico-sociale sulla tradizionale venerazione popolare di Gioiosa verso il suo santo patrono.

 


 

Profilo biografico di Francesco Gangemi
(Seminara, 16/04/1841 – San Calogero 19/08/1924) Decoratore degli interni del Santuario di Maria SS. delle Grazie in San Giovanni di Gerace

Nacque a Seminara (RC) il 16 aprile 1841, ma risiedette, durante la sua vita, in varie zone della Calabria (Cittanova, San Giovanni di Gerace, Drapia, San Calogero). Fu un valente stuccatore e ornamentista, autore dei pregevoli stucchi del Santuario di Maria SS.ma delle Grazie di San Giovanni di Gerace: decorò integralmente l’interno del Santuario, rivelando eccellenti doti di magistero artistico e lasciando ai posteri la bellezza e l’eleganza di tutte le decorazioni ivi presenti.

Dedicò al Santuario sangiovannese undici anni di intenso lavoro (1881-1892), durante i quali manifestò al meglio le sue capacità espressive e decorative, in particolare nella decorazioni della volta e in tutti i fregi che decorano la base della volta, la cantoria, gli altari e le nicchie laterali. Lavorò dapprima come apprendista muratore, poi quale murifabbro qualificato e, infine, quale specialista decoratore. Fu in questa sua ultima attività professionale che Francesco Gangemi si distinse ed emerse, assurgendo ad alti fasti ed imponendosi all’attenzione e all’ammirazione di tutte le popolazioni della “Piana di Gioia Tauro”, suo territorio di provenienza. Da qui, la sua fama non tardò a propagarsi lungo tutto l’opposto versante jonico, sicché, nel 1881, Mons. D. Domenico Nadile lo chiamò a decorare, in San Giovanni di Gerace, l’interno della nuova Chiesa di Maria SS. delle Grazie, dove l’eccellente “mastro” lavorò intensamente, coadiuvato da Giovanni Musicò (da Melicuccà) e dai suoi discepoli Raffaele Fata (da Feroleto della Chiesa) e Giuseppe Tripodina (da Laureana di Borrello), per la durata di undici anni, fino al 1892, anno in cui il grandioso Tempio venne aperto al culto, per essere poi consacrato nella Settimana Santa del 1904. La superba bellezza del complesso ornamentale dell’edificio di culto costituì oggetto di viva attenzione e d’incondizionato plauso da parte di tutte le popolazioni della Vallata del Torbido, tanto che l’artista venne chiamato nel 1899 a decorare anche la Chiesa dell’Addolorata di Gioiosa Ionica, ove utilizzò gli stessi moduli disegnativi del Tempio Mariano sangiovannese. A San Giovanni di Gerace, il Gangemi dimorò per un arco di tempo di oltre un ventennio. Vedovo di una prima moglie, nel 1907 contrasse nuovo matrimonio, a 63 anni d’età, con la sangiovannese Maria Concetta Immacolata Hyeraci. Morì a S. Calogero (VV) il 19 agosto 1924. Nel libro “Il Santuario di Maria SS. Delle Grazie a S. Giovanni di Gerace in Calabria” (Edizioni Frama Sud, Chiaravalle Centrale, 1979), Emilio Barillaro a chiare lettere esprime il seguente giudizio sulle creazioni artistiche di Francesco Gangemi: “La volta della cupola del Santuario delle Grazie (il suo capolavoro di puro stile neoclassico), in S. Giovanni di Gerace, è un’autentica volta celestiale, un brano di firmamento, un lembo di paradiso, e costituisce, perciò una delle più alte manifestazioni di arte decorativa nell’Italia Meridio-nale. […] Il nome dell’artista seminarota è legato, pertanto, a questo mirabile Tempio Mariano e al nostro paese, più che ad altro monumento e ad altre località…”.

 


 

Profilo biografico di Raffaele Pata

(Feroleto della Chiesa 20/03/1879 – Australia 1975) Decoratore della facciata, dei prospetti esterni e del campanile del Santuario di Maria SS. delle Grazie in San Giovanni di Gerace, nonché creatore della nicchia interna che sovrasta l’altare maggiore, nella quale è ospitata la statua della Madonna;

Nacque a Feroleto della Chiesa (RC) il 20 marzo 1879 e giunse a San Giovanni di Gerace con l’incarico di decorare gli esterni del Santuario della Madonna delle Grazie e di erigere, all’interno del Santuario, la monumentale nicchia dell’altare maggiore, destinata alla custodia ed esposizione della statua di Maria SS. delle Grazie (realizzata nel 1947-48).
Si trasferì a San Giovanni di Gerace per contrarvi matrimonio nel 1904, ed emigrò successivamente (alla fine degli anni ‘50) in Australia con la moglie Maria Rosa Papandrea e i quattro figli Maria Teresa, Maria Stella, Cosimo e Carmelo, dove morì in nel 1975. Ebbe buona conoscenza della tecnica costruttiva e nell’arte della decorazione, e affermò la sua maestria non solo in edifici sacri, ma anche in una lunga serie di edifici civili, da lui costruiti e, in parte, anche progettati. Sue sono le realizzazioni della facciata della Chiesa di San Giovanni Battista, della cappella di San Francesco di Paola nella Chiesa Matrice, dell’edicola votiva in contrada Madonna. Fu l’artigiano realizzatore di tutti i manufatti creati nell’area del Santuario delle Grazie nell’immediato dopoguerra, e operò in particolare sul campanile. Fu valente decoratore, discepolo degnissimo di Mastro Francesco Gangemi da Seminara, e, in talune espressioni del suo talento, ben seppe emulare il maestro. Sue opere principali vanno considerate le decorazioni del prospetto e del campanile del Santuario delle Grazie e la monumentale Edicola che conserva la statua della Madonna, in cui offrì la piena misura delle proprie capacità espressive nell’arte del lavoro a stucco. Raffaele Pata ha legato indissolubilmente il suo nome al Santuario della Madonna delle Grazie di San Giovanni di Gerace, al quale dedico la propria maestrìa nel solco tracciato dal suo maestro Francesco Gangemi, applicando la sua arte per accrescere il fascino e la bellezza del Santuario e contribuendo in maniera decisiva a farne lo scrigno di arte e bellezza che tutti i visitatori possono oggi ammirare.

 


 

Cerimonia di intitolazione di alcune vie del territorio di San Giovanni di Gerace ultima modifica: 2018-09-05T18:44:38+02:00 da radiogioiosamarina

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